La Galleria BPER Banca presenta, negli spazi della pinacoteca di Modena, la mostra Mario Sironi. Solennità e tormento che propone un nuovo e importante approfondimento sull’arte italiana del Novecento attraverso le opere di un grande maestro quale Mario Sironi che con la sua “parola” è considerato uno degli artisti più rilevanti del secolo scorso.
Curata da Daniela Ferrari, l’esposizione propone un corpus di 40 opere di Mario Sironi (Sassari, 1885 – Milano, 1961). Sono esposte per la prima volta fuori dalla Sardegna diverse opere datate tra il 1926 e il 1958 appartenenti a una ricca raccolta sironiana donata al Banco di Sardegna, parte del Gruppo BPER Banca, dalla compagna dell’artista Mimì Costa. Tra i lavori in mostra spicca il grande dipinto Allegoria del lavoro, studio preparatorio di un affresco oggi distrutto proposto con grande successo nel 1933 alla V Triennale di Milano. A questo nucleo si aggiungono importanti capolavori provenienti da prestigiose collezioni private, dall’Associazione Mario Sironi e dall’Archivio Mario Sironi.
Il tema della “parola” , tema proposto per questa XXIII edizione di festivalfilosofia, è elemento portante anche della mostra che La Galleria BPER Banca dedica a Sironi. Pagine di giornale, manifesti, buste con indirizzi, scritte che attraversano le immagini: la parola è stata spesso contesto e supporto del lavoro pittorico di Mario Sironi, uno dei massimi artisti italiani del Novecento. Interprete autentico dei princìpi del ritorno alla classicità senza mai scadere nella sterile imitazione accademica, Sironi nei primi anni Venti dipinge figure silenziose dagli sguardi riflessivi, le cui pose compiute e i cui gesti statuari anche se pacati, si esprimono in ambienti dominati dal silenzio.
Sironi è celebre per i suoi paesaggi urbani, carichi di desolazione e solitudine, con i quali riesce a esprimere quel senso di vuoto e di identità perduta tipico delle città metropolitane con le loro periferie in espansione, le grandi fabbriche dalle architetture essenziali, le ciminiere, i gasometri e i camion che percorrono strade vuote. Negli anni Trenta si fa sempre più forte in Sironi l’urgenza di esprimere la vocazione sociale della propria arte in modi coerenti con gli aspetti corporativi e proletari dell’ideologia fascista che egli condivideva. Il suo credo in un’arte nobile, solenne, costituita da un impianto compositivo rivolto alla classicità trova la sua massima espressione nei progetti di arte murale e in programmi decorativi dominati da forme salde dalle linee ferme, posture austere, ordine, gravità, rigore, disciplina e compostezza.
L’esposizione Mario Sironi. Solennità e tormento intende mettere in luce la grandiosità pittorica e grafica di questo maestro assoluto del primo Novecento che ha saputo rappresentare i tormenti dell’uomo in un’epoca tragica e travagliata come quella del Ventennio. La mostra occupa integralmente gli spazi espositivi della Galleria a partire dall’ingresso, dove il visitatore si imbatte in una sorta di incipit: una litografia del 1926 raffigurante il manifesto della prima mostra del gruppo Novecento Italiano fondato da Margherita Sarfatti, di cui Sironi fu protagonista, e uno studio del logo del movimento realizzato dall’artista con la tecnica del collage nello stesso anno.
Il percorso espositivo riunisce opere rappresentative delle attività che caratterizzano l’esperienza artistica di Sironi, come l’arte pubblica e la pittura murale, la scenografica, la pittura da cavalletto, l’illustrazione, il disegno e il collage. Allo stesso tempo, la selezione presenta le principali tematiche che si possono riscontrare nella produzione dell’artista, come la figura umana, con l’olio su tela dal titolo Figure del 1930 della Collezione BPER Banca, da cui è tratta l’immagine guida della mostra. Non mancano le nature morte con lavori come la celebre Natura morta con tazza blu della Collezione Augusto e Francesca Giovanardi, in cui Sironi dimostra di guardare non soltanto al passato, ma anche ai suoi contemporanei, e le composizioni con una tempera su carta del 1956 denominata Personaggio e alcuni esempi delle sue Moltiplicazioni, paesaggi o scene con figure organizzati in settori, assecondando una tendenza multicentrica che aveva caratterizzato l’impianto architettonico di molte decorazioni murali. Gli apprezzati paesaggi urbani sono presenti con opere emblematiche come Il gasometro (1943), Periferia con aereo (1918) e Porto, paesaggio urbano e figura (1920), per realizzare i quali spesso ricorreva alla tecnica del collage. I lavori preparatori su supporti occasionali sono rappresentati da opere come il Mosè su carta di giornale del 1933, è noto infatti come Sironi disegnasse su ogni supporto a sua disposizione, dalle buste ai retri puliti delle lettere, fino ai fogli dei quotidiani. A tutti questi capolavori, si aggiungono opere dedicate all’illustrazione come il Manifesto dell’Ausstellung Italienische Maler di Zurigo del 1927. Proseguendo nel percorso, si trovano i bozzetti e gli studi per le decorazioni che, raggruppati su un’unica parete, costruiscono un effetto wunderkammer e conducono al culmine della mostra, dove la monumentale Allegoria del lavoro (1932-1933), uno dei principali esempi del suo impegno nella produzione di opere di destinazione pubblica, campeggia sulla parete di fondo.
L’esposizione è accompagnata da un catalogo, contenente i saggi critici firmati da Daniela Ferrari, curatrice della mostra, e da Fabio Benzi, tra i massimi esperti dell’opera sironiana, insieme alla documentazione iconografica delle opere esposte.
Il catalogo è un volano di solidarietà: i visitatori potranno richiederlo con un’offerta a partire da 2 euro (tramite pos) e al temine della mostra l’intero ricavato, insieme al contributo di BPER Banca, verrà devoluto alla Fondazione Dynamo Camp ETS (Ente del Terzo Settore). Dynamo Camp opera per il diritto alla felicità di bambini e ragazzi con gravi patologie e delle loro famiglie, offrendo in modo gratuito attività di Terapia Ricreativa con l’obiettivo dello svago e del divertimento ma anche e soprattutto di stimolare le capacità dei bambini, di rinnovarne la fiducia e la speranza.
La mostra è visitabile da venerdì a domenica, dalle 10.00 alle 18.00, a ingresso libero e gratuito senza prenotazione; durante i giorni di festivalfilosofia venerdì 15 e sabato 16 settembre dalle 9.00 alle 23.00, domenica 17 è aperta dalle 9.00 alle 21.00.
Chiusura natalizia: 22 dicembre 2023 – 4 gennaio 2024
Visite guidate a weekend alterni: sabato e domenica (2 turni, uno alle 15:00 e uno alle 16:30) che saranno prenotabili QUI!