Tiarini illustrò più volte il racconto tassesco di Rinaldo e Armida. In questo dipinto, già a Cremona in collezione Vidoni, raffigura il momento in cui, dopo la vittoria dell’esercito cristiano, la maga cerca di darsi la morte trafiggendosi con una freccia, ma viene trattenuta dal sopraggiungere dell’amato Rinaldo. L’adesione al testo poetico è esemplare, anche se poi il pittore, con il suo linguaggio acceso e corposo, trasferisce la malinconica sensualità del Tasso su un piano di esplicita valenza erotica. Rispetto a un’altra versione, appartenuta al Cardinale Alessandro d’Este e ora nel museo di Lille, Tiarini carica l’immagine in senso più drammatico e barocco, in consonanza con l’appassionata e coinvolgente retorica espressiva delle opere realizzate nel corso degli anni trenta, allorché Tiarini è attivo in prevalenza per Reggio Emilia.
Banca Popolare dell’Emilia Romagna. La Collezione dei dipinti antichi, a cura di D. Benati e L. Peruzzi, Milano 2006.