Questo dipinto, che ha le dimensione di una pala d’altare di media grandezza, per lungo tempo si erano perse le tracce. Il Cresi qui coglie l’occasione per insaporire il tema sacro conferendogli un’ambientazione e, soprattutto, un linguaggio di tono dismesso e quotidiano. Il pittore era solito a tali commistioni, che andavano ben d’accordo con la sua forte fede cristiana immersa però nel mondo, tanto che spesso accadeva che dipingesse scene di tema religiosa senza nemmeno accorgersene. La tela rappresenta Gesù bambino non aiuta il padre nel suo lavoro, ma mostra alla madre una crocetta di legno, che forse Giuseppe gli ha fabbricata come fosse un giocattolo. Di fronte a quella minacciosa premonizione dei futuri patimenti, ma anche della salvezza del genere umano, Maria giunge le mani e china il capo nel capo dell’ombra, addolorata e consapevole. La religiosità del Crespi è profonda e sincera, ma priva di orpelli e di liturgie solenni; come privo di orpelli è il suo dipingere, attenendosi all’iconografia tradizionale. Questa tela di pone nel quarto lustro del secolo XVIII secolo.
Banca Popolare dell’Emilia Romagna. La Collezione dei dipinti antichi, a cura di D. Benati e L. Peruzzi, Milano 2006.