In quest’opera viene adottata una soluzione particolare per la raffigurazione del Bambino, che è rappresentato nell’atto di sorreggere, con l’aiuto di san Giovannino, il globo del mondo, delle dimensioni e dall’aspetto di una palla. Il dipinto assume così un doppio significato: Cristo come Salvator mundi e un’accezione ludica e immediata del Bambino che gioca con la palla, mentre la Vergine e Giuseppe lo osservano teneramente. Francesco Menzocchi è uno dei protagonisti della cultura cinquecentesca romagnola e questa tavola rappresenta un’importante esempio della più matura fase del pittore, databile verso la fine del sesto decennio del Cinquecento. La pittura, di liberissima qualità, è abbozzata e sgranata, al punto da contrastare l’integrità e la compattezza dell’immagine, in contrasto con la gamma cromatica accordata su toni contenuti e smorzati.

 

Banca Popolare dell’Emilia Romagna. La Collezione dei dipinti antichi, a cura di D. Benati e L. Peruzzi, Milano 2006.