L’episodio che da il titolo all’opera è raffigurato in ultimo piano, mentre il primo piano è occupato dall’operoso affaccendarsi dei figli di Noè che, dopo la fine del diluvio, si adoperano per ricostruire case, recuperare oggetti scampati. Il soggetto è quindi un pretesto per un’attenta raffigurazione delle attività umane, come è proprio della fortunata produzione di Jacopo da Bassano (1515 ca. – 1592) e proseguita dai suoi figli. La tela replica un’invenzione di Jacopo proposta in una serie di quattro opere rappresentanti le vicissitudini di Noè e che ebbe molta fortuna. Per questo motivo la produzione dei Bassano assunse ben presto un carattere quasi industriale, dove i vari collaboratori avevano l’incarico di replicare i successi del capo bottega. Queste composizioni furono importanti per una successiva ricerca stilistica orientata verso il realismo e fornì suggerimenti per ai generi tipicamente seicenteschi della natura morta e della scena di vita quotidiana.
Banca Popolare dell’Emilia Romagna. La Collezione dei dipinti antichi, a cura di D. Benati e L. Peruzzi, Milano 2006.