La tela rappresenta alcuni derelitti, mendicanti e storpi che si sono radunati alla porta di un convento, a cui le suore donano pani. Giuseppe Gambarini è autore anche di importanti dipinti sacri e mitologici, ma la sua produzione più riconosciuta dalla letteratura riguarda la pittura “di storia”, in ordine alla ben nota gerarchia dei generi elaborata in ambito umanistico e accademico. Gambarini ottenne quindi riconoscimenti per i suoi dipinti pubblici, a “servile imitazione del vero” (Giovanni Pietro Zanotti). La cifra stilistica adottata dal pittore è assolutamente personale e connotata da un aulico senso della forma. La gamma cromatica schiarita e l’eloquente retorica dei gesti rinviano alla tradizione del Pasinelli, più che a quella del Crespi, come richiama soprattutto la critica moderna.
Banca Popolare dell’Emilia Romagna. La Collezione dei dipinti antichi, a cura di D. Benati e L. Peruzzi, Milano 2006.