La tempera appartiene ad una di quattro, che sviluppa la vicenda tassiana di Rinaldo e Armida. Questa tela, la prima, raffigura il momento in cui Armida, decida a uccidere nel sonno l’eroe cristiano, se ne innamora e, lasciato cadere il pugnale, lo incorona di ghirlande di fiori.
L’attribuzione al Sansone è sicura, mentre da definire è la loro collocazione originaria, che mutò negli anni e si ampliò di una tela di maggiori dimensioni. L’utilizzo di soggetti tassiani, che il Marchesi propone, rispecchia la grande voga che la Gerusalemme liberata continuò a riscuotere nel XVII e XVIII secolo. L’attenzione è ora rivolta però agli episodi di più flebile e malinconica sensibilità, così consoni al gusto dell’Arcadia e riletti secondo il gusto enfatico ed esibito, con patetismo accentuato, del contemporaneo melodramma. La datazione è ipotizzabile negli anni cinquanta del secolo, quando il rimando all’integro classicismo di Franceschini si è ormai stemperato in un fare pittorico e allentato.
Banca Popolare dell’Emilia Romagna. La Collezione dei dipinti antichi, a cura di D. Benati e L. Peruzzi, Milano 2006.