Pittore rinomatissimo nel campo della decorazione ad affresco negli anni di ducato di Francesco I, ma raro nella pittura su tela, della sua produzione da cavalletto si conoscono pochi esemplari , tra i quali emerge questo dipinto per la ricercatezza del soggetto e la raffinatezza della stesura pittorica. La nobiltà classica della figura e la sua intonazione aristocratica rimandano alla formazione reniana del pittore lorenese, filtrata però attraverso la verve ancora inquietamente manierista della sua cultura d’origine. Si tratta di un dipinto eseguito prima del suo soggiorno a Roma (1644-1646), i cui frutti si coglieranno nel linguaggio libero e corsivo della Galleria di Bacco (1650-1652). Qui lo sguardo pensoso e la vena di malinconia che attraversa il volto rimandano alle prime eroine della Camera dell’Amore o al Genio delle arti nelle prime sale che furono decorate (1640).
Banca Popolare dell’Emilia Romagna. La Collezione dei dipinti antichi, a cura di D. Benati e L. Peruzzi, Milano 2006.