Questa raffigurazione dell’Allegoria dell’Abbondanza, proponendo un’immagine meno articolata, non si attiene strettamente alle indicazioni contenute nei manuali dell’epoca, come ad esempio l’Iconologia di Cesare Ripa del 1593. L’attribuzione a Ludovico Carracci è sicura appoggiandosi al confronto con altre opere dell’artista dei primi anni del Seicento, quando Ludovico persegue una personale ripresa di eleganze manieriste che vengono però affiancate da un’attenzione atmosferica e luminosa che gli è propria. La tela presenta una complessità formale che si ritrova nelle vesti della donna e nella tornita plasticità dei putti, nei quali si può cogliere un rimando alle invenzioni di Michelangelo nella Sistina. La gamma cromatica è preziosa e brillante e lo scorcio cittadino che si scorge sullo sfondo è realizzato in termini di grande sincerità e attenzione per il vero.
Banca Popolare dell’Emilia Romagna. La Collezione dei dipinti antichi, a cura di D. Benati e L. Peruzzi, Milano 2006.