L’iscrizione in alto a destra permette di precisare la data di esecuzione della tela al 1538 e di identificare il personaggio raffigurato in Gabriele Tadino, celebre ingegnere militare del Cinquecento. La critica si è espressa in maniera quasi unanime riguardo l’attribuzione dell’opera a Tiziano: il nobile impianto compositivo e l’innegabile qualità dell’esecuzione si pongono in significativo confronto con alcune opere eseguite dal maestro nello stesso lasso di tempo, anche se la conduzione pittorica non del tutto omogenea può giustificare l’ipotesi della collaborazione di un allievo. Anche il nostro ritratto mette in risalto le doti umane del protagonista raffigurando il condottiero, ormai quasi sessantenne, consapevole delle glorie della sua carriera militare ma anche del passare del tempo, con impressi in maniera indelebile sul proprio corpo i segni del suo sacrificio e con in volto un’espressione nobile ma insieme velata di malinconia. Il paesaggio che si apre oltre la finestra, con due esili alberelli che si stagliano contro il cielo, costituisce una di quelle momentanee e atmosferiche visioni di paese con le nuvole basse che spesso appaiono nei ritratti di Tiziano, quasi ad accompagnare il sentimento del protagonista e a esprimere il senso di vitale immediatezza.
Banca Popolare dell’Emilia Romagna. La Collezione dei dipinti antichi, a cura di D. Benati e L. Peruzzi, Milano 2006.