La figura del santo, in adorazione del crocifisso legato a un arbusto, si staglia sul declinare di un paesaggio montano; in basso a sinistra, la data mutila “158(.)”. Il riferimento a Annibale, oltre che su basi stilistiche, trova conferma in un disegno (Toronto, Art Gallery) che presenta nel recto uno studio preparatorio per il San Girolamo e nel verso due mani per uno degli angeli musicanti del Battesimo di Cristo in San Gregorio datato 1585. Il dipinto costituisce dunque un prezioso reperto nel percorso di Annibale negli anni che videro anche il compimento del fregio di Palazzo Fava (1584): un momento di sorprendente crescita creativa, dove la sua adesione al naturale viene via via arricchita dai rimandi alla morbida sensualità correggesca e dal caldo lume veneziano. Nasce così una immagine di grande sincerità, dove il profondo sentimento religioso del penitente si riflette in una natura dolcemente autunnale.
Banca Popolare dell’Emilia Romagna. La Collezione dei dipinti antichi, a cura di D. Benati e L. Peruzzi, Milano 2006.