L’immagine obbedisce a una soluzione devozionale di matrice nordica e diffusa in particolare in area veneta, dove ne danno esempi sublimi, entro il primo decennio del Cinquecento, sia Giovanni Bellini, sia Giorgione. Con minor tensione patetica ed espressiva il tema è destinato a incontrare grande fortuna in area romagnola, a opera soprattutto di Marco Palmezzano (Forlì 1460 ca. – 1539), in particolare la tavola del 1521 del Corpus Domini di Forlì. Il dipinto qui considerato dimostra rifarsi però a una fase stilistica più antica di quelli del Palmezzano, come testimoniano il ricorso a una pittura cromatica basata sulla contrapposizione di colori interi, la nitida incidenza delle ombre e la stesura smaltata e compatta, che rinviano a una resa qualitativa che il pittore conduce sul finire del XV secolo.
Banca Popolare dell’Emilia Romagna. La Collezione dei dipinti antichi, a cura di D. Benati e L. Peruzzi, Milano 2006.